Il Centro Meccanografico, aperto il 5 novembre 1969, fu un pilastro del sistema nazionale per la registrazione dei dati. Al centro vi era un calcolatore a valvole, essenzialmente una CPU ante litteram. Dagli anni ’80, l’edificio, privo delle sue macchine, ha subito un lento degrado, fino al 2005, anno in cui è stato acquisito dall’Amministrazione comunale.
L’obiettivo del progetto di ristrutturazione era mirato ad adattare l’edificio alla nuova destinazione d’uso, preservando il legame con il contesto triestino.
Le facciate esterne hanno subito modifiche per migliorare le prestazioni termiche e acustiche e conferire all’edificio un aspetto architettonico coerente con la nuova destinazione d’uso. Al piano terra, l’edificio ospiterà l’attività della società ESATTO, occupando l’intera pianta del fabbricato. Gli accessi principali e l’atrio centrale saranno di uso comune, facilitando l’accesso agli altri uffici comunali e gli spazi del terzo piano. Il secondo piano ospiterà uffici, archivi, sale riunioni e servizi amministrativi, mentre il terzo piano sarà dedicato a uno spazio polivalente. L’aspetto esterno dell’edificio è stato adeguato alle normative di risparmio energetico e la coibentazione delle facciate garantisce ottime prestazioni termiche. Le superfici esterne sono rifinite con intonachino bianco e lamiere preverniciate grigio antracite.
All’interno, le nuove pareti sono state realizzate in cartongesso e sono state intonacate e rasate le pareti esistenti, le pavimentazioni sono state realizzate in ceramica o marmo, materiali facilmente manutenibile.
Avendo mantenuto i fori di facciata come quelli preesistenti si proceduto alla valorizzazione degli stessi utilizzando facciate vetrate e serramenti in alluminio di ottimo livello garantendo ottime prestazioni termiche ed acustiche.
Da un’ottica compositiva, l’edificio ha richiesto una serie di scelte progettuali cruciali. In questo senso abbiamo evitato il design postmoderno originale, ritenendolo “datato”, optando per il “restauro” dell’edificio originale, che non era mai stato completato formalmente e architettonicamente. Al fine di armonizzare l’opera con il contesto, il nuovo prospetto anteriore rispecchia proporzioni degli edifici vicini, enfatizzando la stazione di Campo Marzio.